Quest’anno c’eravamo promessi con Skylyro di pubblicare in contemporanea la classifica dei migliori album ognuno sul proprio blog e lui, che è un esperto di Seo – il posizionamento nei motori di ricerca -, e di Avao, altra tecnica nota solo agli iniziati, mi ha fatto notare che “dopo er 23 su Internet non ce va più nessuno, stanno tutti a magnà er panettone” (i nostri post sarebbero scritti così se non ci fosse differenza tra lingua scritta e lingua parlata).
D’altronde con i tempi dell’informazione di oggi per fare un resoconto dell’anno mica si può aspettare che l’anno finisca (se poi esce un bel disco la prossima settimana: ottimo, faremo un altro post!).
Et voilà, ecco quindi in fretta e furia, il post dei migliori album usciti nel 2014 secondo il blog Alla (costante) Ricerca del Vinile Perfetto.
Visto l’avvicinarsi delle festività natalizie e visto il successo del post dello scorso anno che dava consigli per fare un regalo gradito al vinilomane incallito che abbiamo dentro casa o tra i parenti più stretti, ecco la guida 2014 sui regali di Natale musicali di SHRC.
Ho volutamente omesso i grandi successi mainstream che potete facilmente trovare facendo un giro su ITunes o su Amazon (o dove volete voi) e mi sono soffermato su dischi un po’ più di nicchia.
Partiamo:
Da quando i Pink Floyd hanno annunciato di avere in preparazione un nuovo album una lunga serie di goccioline di sudore freddo hanno iniziato a scorrermi lungo la schiena.
Un album di inediti é qualcosa che resta per sempre nella discografia di un gruppo ed un uscita ad età così avanzata (quando in genere il pensiero “servono soldi per pagare le bollette” prevale su quello “rivoluzioniamo la musica”) potrebbe avere effetti devastanti sull’eredità del gruppo.
Ed anche quando il disco è uscito l’ho trovato così indefinibile che per un po’ sono rimasto indeciso se scriverci sopra un post oppure no.
Alla fine ho pensato: ma quando mi ricapita di poter scrivere su un disco dei Pink Floyd nuovo di zecca?
Il post di questa settimana doveva essere dedicato alle collaborazioni tra Eric Clapton e Mark Knopfler, post pensato dopo aver ascoltato lo spettacolare assolo di Knopfler su Sunshine of Your love dei Cream (WOW!!) che ho trovato sul bootleg Beetle-Clasher.
Dopo oltre una settimana di ricerche sul web, ma anche su copertine di album e libri, però, ho trovato questo speciale fatto dal sito ericclapton.it che approfondiva molto bene l’argomento.
Il mio post era diventato un doppione per cui ho deciso di non pubblicarlo.
Dato che stanno per arrivare pasque, ponti, record store days e pasquette varie e non so quando riuscirò a postare di nuovo, ho deciso di scrivere in fretta e furia qualcosa partendo da un passaggio di un intervista di Federico Zampaglione sul nuovo album dei Tiromancino che mi ha colpito:
Puntuale come ogni anno, il prossimo sabato 19 aprile torna il Record Store Day, la giornata mondiale dei negozi di dischi indipendenti.
E puntuale come ogni anno torna la guida “pre” Record Store Day con le uscite per cui vale la pena il prossimo sabato farsi un giro in qualche negozio di dischi della propria città alla ricerca del Vinile Perfetto.
A questo proposito, se abiti a Roma o a Torino, l’elenco dei negozi di dischi più aggiornato lo trovi sul questo sito. Per tutte le altre città, controlla sul sito ufficiale del Record Store Day italiano quali negozi di dischi hanno aderito all’iniziativa.
Ma vediamo che cosa bolle in pentola:
Dopo quasi un anno di elogi incondizionati al ritorno al vinile da parte dei media mainstream, iniziano ad apparire i primi inevitabili dissensi che mettono in dubbio quello che fino a ieri sembrava essere diventata una verità indiscutibile.
Un esempio è questo articolo che, analizzando il fenomeno del vinile da un punto di vista dei numeri, si pone la domanda: ma non è che ci siamo sbagliati?
Sono passati quasi due anni da quando l’autore di questo blog decise di intraprendere il percorso che lo avrebbe accompagnato, suo malgrado, in luoghi fantastici.
Il viaggio, come prevedibile, è iniziato nei territori a lui più congeniali battendo in lungo ed in largo la tanto amata (ma allo stesso tempo tanto ancora poco conosciuta) Canterbury, scoprendone i suoi campioni di volta in volta estratti a sorte e tirati a lustro per l’occasione: I Soft Machine (disturbati sistematicamente per ben 15 volte), Robert Wyatt (delle cui gesta se n’è parlato per 13 volte), I Gong (10), Steve Hillage e Kevin Ayers (tirati fuori dall’armadio 8 volte cadauna), Daevid Allen (5) e poi, all’occorrenza, Hugh Hopper, i Camel, i Caravan, Pierre Moerlen e chi più ne ha più ne metta.
Trovandosi già da quelle parti ed avendo a disposizione tempo e spazio (purché non fossero superati i 600 caratteri, come ogni buon manuale di posizionamento su Google insegna) l’autore sovente si è prodigato in altre proficue battute di caccia vinilica là intorno.