il Vinile: Oggetto vintage o supporto ancora attuale?

vinyl vintage

Ogni volta che si parla di ritorno al vinile spunta sempre fuori qualcuno che si interroga sul perché di questo successo e, non riuscendo a capire, pensa che l’unico motivo plausibile sia che i vinilomani siano dei babbei abbindolati dalle case discografiche, o che siano semplicemente dei fanatici (per non dire di peggio).

In realtà è comprensibile che questo qualcuno abbia delle difficoltà a capire perchè per la prima volta dopo tanti anni, ma tanti tanti anni, per fare un passo avanti abbiamo dovuto fare un piccolo passo indietro.
Questo è quello che è successo con la musica digitale e con il vinile.


Tra il 2000 ed il 2001, 3 ragazzini ventenni hanno dato al mondo la possibilità di avere tutta la musica del mondo, gratis e senza muoversi dal salotto di casa propria.

L’unico imperativo del musicofilo in quel periodo era: scaricare! scaricare! scaricare!
E’ stato il paradiso degli appassionati di musica.
Abbiamo scaricato cose di cui non sapevamo neanche l’esistenza, o cose che, pur sapendo che esistevano, pensavamo seriamente di morire senza avere la fortuna di poterle ascoltare.

Oggi, a distanza di anni e dopo essersi tolti questa sete scaricando anche l’impossibile, la nostra società ha capito che la musica digitale ha avuto enormi meriti ed è stata una svolta epocale, ma ha anche dei limiti.

E questi limiti sono legati per lo più alla qualità dell’ascolto.

Sì, la qualità.

Lo so che in teoria un certo tipo di file su un certo tipo di stereo in un certo tipo di ambiente sotto vuoto e bla bla bla… ma alla fine la musica digitale viene ascoltata sulle casse del computer o, in formato compresso, su telefoni o lettori vari.

Risultato: bassi quasi sempre inesistenti e spettro dei suoni molto limitato.

E quando, dopo dieci anni, ti ritrovi per caso ad ascoltare un disco su un impianto serio, gli occhi ti si illuminano e capisci che gli mp3, che tanti piaceri ci hanno dato, ce ne hanno anche tolto uno altrettanto grande:

quello di ascoltare la musica!

Se non lo fate da un po’, fatelo per favore e poi ne riparliamo.


vinyl vintage again

A questo punto uno potrebbe dire: vabè ma allora andrebbe bene anche il CD!
Certo che andrebbe bene anche il cd, ma allora perché non il vinile che è molto più bello ed è, almeno per la musica che piace a me, il supporto originale dell’epoca!

Oppure qualcuno potrebbe dire: sì ma le case discografiche così ci guadagnano!
buahahahah!!!

A parte che se vogliamo che la musica sopravviva qualche soldo dovrà pur girare, ma il problema è:
Ma secondo voi con il digitale non ci guadagnano?

Il binomio musica digitale = musica pirata è ormai terminato.

Non solo i servizi come Itunes fatturano miliardi, ma anche i servizi in streaming gratuito (Youtube e Spotify vi dicono qualcosa?) pagano le Major per click.
Sappiate quindi che quando guardate un video musicale su Youtube le case discografiche stanno guadagnando (vedere paragrafo Youtube e SIAE).

Chi Paga? la pubblicità.
Chi Paga la pubblicità? pensateci un attimo.
Certo, quando andate a fare un preventivo per una macchina che fa pubblicità su Youtube non trovate la voce: “scrocconi su Youtube che vogliono vedere la musica gratis e ti tocca pagare a te: € 50” ma in realtà è proprio così; quando acquisti una macchina stai pagando le case discografiche.

Il risultato per il 2012 in Italia è stato:
Musica digitale: 45% sul totale degli introiti delle case discografiche
Musica su vinile: 1,4% sul totale degli introiti delle case discografiche

(la fonte è FIMI)

Il vinile, poi, non devi acquistarlo per forza nuovo anzi, esistono migliaia di vecchi dischi originali di cui la gente non sa più che farsene e che sono la fortuna dei collezionisti di dischi.

In questo sono diventato un professionista. Questo è l’elenco di alcuni dei miei ultimi acquisti in vinile:
Larks Tongue in Aspic dei King Crimson: € 3
Six Wives of Henry VII di Rick Wakeman: € 5
Imagine di John Lennon: € 1
Jesus Christ Superstar (2lp): € 1

Il calcolo di quanto ha guadagnato l’industria discografica fatelo voi.

In sostanza sono profondamente convinto che la musica digitale ha una funzione importante ma non riesce a colmare il 100% della fruizione.
E quello che manca per arrivare al 100% è un bel vinile.
Sì oggi, nel 2013.
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22 commenti

  1. Io, sinceramente, credo che tutto sommato un formato che sul mercato conta pochissimi punti percentuali sia difficilmente qualcosa di “attuale”; resta una nicchia, e comunque Dio ci guardi dall’eliminarla o dimenticarla! Anche fosse solo lo 0,5%…per arrivare a quel 100%
    Sembra un po’ come la vecchia battuta di Van Tyghem, vincitore di una Parigi-Tours nel 72, corsa che Merckx mai aveva vinto: “Io e Merckx abbiamo vinto tutto quello che c’era da vincere. Io la Paris-Tours, lui il resto”

    Il vinile ha perso in “necessità” e guadagnato quel fascino vintage che acquisiscono tanti oggetti della “sua” epoca.

  2. Che dire…
    per me il vinile è un supporto non meno attuale e non meno necessario (o, se preferisci, non meno NON attuale e non meno NON necessario) del CD.
    Ma c’è da dire che con il passare del tempo anche io non è che mi senta un granchè attuale.
    Sarà dovuto a anche questo 🙂

  3. Concordo al 110 per cento sulla tua riflessione! Proprio ieri (dopo un sacco di tempo) ho messo sul piatto un vecchio lp dei Siouxsie And The Banshees e dopo pochi secondi ho spento il PC lasciandomi trasportare dalla qualità del suono. Ha inizio una nuova vita 🙂

  4. Comunque…se mi chiedessero “preferisci rinunciare al lettore mp3 o al giradischi?”…probabilmente risponderei giradischi.
    Se la domanda fosse “preferisci rinunciare ai tuoi vinili o a tutti i file mp3?” risponderei senza dubbio ai file mp3.
    Così poi mi ritroverei con un i-pod e un pacco di vinili!!)))

    saluti!

  5. guarda, mi scuso in anticipo: ti sto rubando tempo rispondendo sul tuo blog e non essendo d’accordo con la tua analisi.
    sull’attualità del vinile, rinuncio a rispondere. mi sembra ottima però la proposta di evil monkey: avere un lettore di media musicali non adatto ai media posseduti è l’ideale del collezionista di oggetti, per cui l’ascolto della musica è un evidente di più…

    cerco di rimanere breve e mi/ti domando: ma se vogliamo che la musica sopravviva facendo girare qualche soldo, che consiglio è quello di comprare vinili usati?
    in questo caso gli incassi per la casa discografica sono pari a zero, per gli artisti, ohibò, ancora zero.
    gli unici che ci guadagnano qualcosa sono i rivenditori di dischi usati.

    mi sfugge come questo possa aiutare la musica a sopravvivere più del download illegale dal web, con il quale industria e musicisti ottengono esattamente le stesse cifre: zero e zero….

    • L’esempio del vinile usato risponde all’obiezione di qualcuno che sostiene che il ritorno al vinile è solo un gioco contorto messo su dalle case discografiche per fare qualche spicciolo.

      A questi rispondo che il vinile più bello, invece, è proprio quello usato, quello originale dell’epoca, che costa un paio di euro, che ha una propria storia dietro e che ti permette di metterti in contatto con il venditore.
      E questo non ha niente a che fare con il mercato discografico ma solo con la passione della musica e con lo scambio di oggetti e conoscenze fra esseri umani.
      Per cui continuo e continuerò a consigliare di andare per bancarelle, mercatini e negozi di dischi usati.

      Il soldo nel music business gira comunque perchè, vuoi qualche bella edizione speciale (sì, ogni tanto ne fanno), vuoi qualche gruppo nuovo che fa uscire un qualcosa degno di essere comprato, un disco ogni venti lo compro nuovo, e quello è sufficiente per far girare il sistema.
      E come se non bastasse ogni tanto mi vedo anche qualche concerto su Youtube.

      E poi in definitiva, mica posso fare tutto io per tenere in vita il settore 🙂

  6. Io faccio solo una domanda, e la faccio perchè non conosco cifre, nè numeri.
    E’ vero, si legge in giro, anche in luoghi non “specializzati” nè “dedicati” di questo “ritorno al vinile”… io non so, ma siamo davvero sicuri che sia così?
    Siamo davvero sicuri che esista questo “reflusso” tale da avere incidenza sul mercato?
    O magari non è solo una notizia un po’ gonfiata per illuderci che esista veramente questa tendenza, e spingerci a farne parte?
    lo chiedo senza retorica, solo per curiosità ed incertezza mia… però credo sia sempre esistita dalla metà degli anni 80 ad oggi (e parliamo già di 30 anni!!) una nicchia di estimatori/consumatori florida ed appassionata, e spero, come ho già detto che possa continuare ad esistere.
    Ma da qui (e non lo dico al buon appassionato Saluzzi, nè al mio amico Capitan Vinile :)), ma lo dico idealmente a tutti quelli che spingono sull’acceleratore di questa cosa), da qui a elevarlo a grande ritorno del vinile come supporto ideale, secondo me il passo è un po’ lungo.

    Ciao a tutti!
    E comunque Dio ci conservi il 33 giri (avrebbe detto Ray Davis se avesse scritto Village Green l’anno scorso!!)

  7. Evil la risposta alla tua domanda è, chiaramente, che il vinile dagli anni 80 in poi è una nicchia (http://flavorwire.files.wordpress.com/2011/02/album-sales.jpg).

    Questa nicchia, però, aumenta quasi regolarmente da 20 anni a questa parte (http://ww2.rockit.it/rockit/immagini/vendite-vinili-crescita-grafico-mercato-discografia-grande.png) e se nel 1993, quando il mercato era 100% fisico ed i cd costavano almeno il 30% in più dei vinili (tacci loro), ne sono state vendute 300.000 copie; nel 2012, in un mercato musicale fisico agonizzante, siamo arrivati a 4,2 mln, più di 10 volte tanto.
    Ed a questo devi aggiungere tutto l’usato che non rientra nelle statistiche.

    E che il vinile stia tornando, al di là dei numeri, credo sia una cosa percepibile anche nella realtà:
    basta vedere le grandi catene (Feltrinelli, FNAC…) che avevano tolto i vinili e che da qualche tempo li hanno rimessi;
    basta vedere su discogs le discografie dei musicisti attivi tra gli anni ’90 ed oggi per trovare dei veri e propri buchi nella discografia (vecchi album usciti LP+CD, poi tra fine 90-inizi 2000 solo CD, dal 2007-2008 di nuovo LP+CD)
    basta vedere i mercatini di anticaglie estivi dove fino a qualche anno fa il vinile non era contemplato e che oggi è immancabile.

    Se poi vuoi sapere se io penso che il vinile uscirà un giorno dalla nicchia per tornare ad essere un mezzo di massa, la mia risposta è chiaramente: NO.
    Io sono già profondamente stupito che il vinile sia riuscito ad arrivare fin qui e non so quanto potrà durare.

    Più che altro perchè impone un’attenzione, un approfondimento ed un “rispetto” per la musica che è esattamente il contrario di quello che sta avvenendo nella società attuale dove invece l’intrattenimento (un calderone dove rientra musica, video, lettura, social network, giochi, informazione e chi più ne ha più ne metta) viene fruito in sottofondo mentre siamo a lavoro o negli altri “tempi morti”. E quando uno a fine giornata si chiede “ma cosa ho ascoltato/visto/letto/imparato oggi?” la risposta è immancabilmente “boh…”.

    E questo appiattimento, che ucciderà la musica e tutte le altre arti e che mi sta profondamente sulle palle, nel mio piccolo lo combatto fermandomi ad ascoltare un vinile come si deve, analizzandone le storie che ci stanno dietro (inclusa la copertina) e cercando di trasmettere qualcosa, anche attraverso questo blog, a quei pochi che ancora non sono stati risucchiati dal vortice della “ipermedialità”.

  8. il juke-box è stato per due decenni la colonna sonora di fondo di tutte le nostre estati, dentro c’erano dischi in vinile che venivano fruiti esattamente come dici tu a proposito dell’intrattenimento nella società attuale.

    perchè devi a tutti i costi attribuire valenze a quello che è un semplice mezzo, un contenitore, e non al contenuto?
    io mi fermo ad ascoltare LA MUSICA come si deve, analizzando le storie etc. a prescindere dal tipo di plastica che la contiene.
    l’idea che “ascoltare un vinile” sia una cosa diversa da “ascoltare un cd” o “ascoltare un file musicale” la trovo francamente incomprensibile.
    scusa per la perdita di tempo etc.

  9. Quello che per te è incomprensibile per me, che utilizzo abitualmente tutti e tre i contenitori, è chiarissimo.

    Il vinile è l’unico supporto che presuppone una struttura di alta qualità (non puoi ascoltarlo che su un impianto stereo), presuppone attenzione (almeno ogni 20 min devi cambiare lato), offre un supporto per concentrarti su quello che stai ascoltando (la copertina).

    Il CD, che qualitativamente magari è pure meglio, dopo un po’ ti impigrisce e ti porta ad ascoltarlo su supporti di merda ma più pratici (discman, computer…).
    E dopo questo passaggio ti porta a dire: “ma a che mi serve il cd, mi basta il file”.
    E dopo questo passaggio ti porta ancora oltre e dici: “ma che mi frega di ascoltare un disco, che poi ogni ora devo cliccare su qualcosa, mi utilizzo un programma di streaming che capisce i miei gusti e mi manda la musica lui per ore”.
    E ti ritrovi ad ascoltare perennemente musica che ti piace ma di cui non sai niente.
    Un po’ come il juke-box, che è un esempio azzeccato.
    Ma non mi dire che tu ti sei fatto la tua cultura musicale solo coi juke-box, per favore.

    Caro Alle, io ti ribadisco che quello che a me dispiace è che in realtà, io, te, tutti i commentatori di questo blog (pochi), così come tutti quelli del tuo (molti di più), la pensiamo allo stesso modo e facciamo parte di una nicchia che sta morendo e che invece, almeno secondo me, è importante che resista.

    Ed invece di fare fronte comune rivendicando i nostri diritti di pippaioli mentali musicali, passiamo le giornate a litigare tra di noi sulle doppie punte dei peli del pube del batterista.

    Nel frattempo un mondo nuovo che non ci capisce ci sta spazzando via e non ce ne stiamo nemmeno accorgendo.

    Giusto per dire.

  10. Non mi sembra che passiamo le giornate a litigare, semmai a discutere di qualcosa che ci interessa, anche avendo punti di vista diversi. Non ci trovo nulla di male.

    La copertina come supporto per concentrarsi su quello che si sta ascoltando, anche no eh.
    Al limite la partitura del pezzo potrebbe aiutare, ma una copertina? Sul serio?
    E’ un po’ come dire che un film è meglio di un libro, perchè ti offre delle immagini che ti aiutano a concentrarti sulla storia…

    Io continuo a percepire il messaggio come una cosa ben separata dal contenitore, per te le due cose si compenetrano e va bene così, ognuno si tenga la sua opinione 🙂

    • Giudizio un po’ drastico… però effettivamente digitalizzare vinili è una soluzione abbastanza contorta 🙂

      • no eh.
        chi sostiene che il vinile ha il calore analogico che manca al digitale e poi ascolta la conversione del disco in vinile in formato digitale sostenendo che suona meglio del digitale ha dei seri problemi di logica.
        quindi, o è un appassionato di hi-fi o è un malato di mente.
        è anche vero che distinguere tra i due casi non è poi così facile…
        🙂

  11. Io sono un DJ e continuo a lavorare con il vinile anche con la musica nuova 🙂 contribuisco abbastanza a far girare il sistema direi :)))

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