La storia raccontata in questo post riguarda uno dei tanti negozi di dischi di Roma caduti sotto i colpi del download di musica più o meno legale: la Ricordi di Piazza Indipendenza.
Verso la metà degli anni’80 (non sono riuscito a ricostruire esattamente il periodo) una rottura dei tubi dell’ufficio sovrastante allagò completamente il negozio. L’acqua bagnò anche tutti i vinili rendendoli invendibili.
La Compagnia di assicurazioni che si occupò del sinistro, una volta pagata Casa Ricordi, divenne proprietaria di centinaia di dischi umidicci che, anche se un po’ malridotti, erano comunque ascoltabili.
Non sapendo cosa farci, la Compagnia li regalò ai propri dipendenti. In quel periodo mio padre lavorava proprio lì ed il suo ufficio fu letteralmente inondato da vinili, alcuni dei quali arrivarono a casa.
Sopravvissuti ad un allagamento e con quasi trent’anni alle spalle, ecco i dischi che ancora esistono e che fanno parte della mia Home Record Collection:
Titolo: Renaissance – Artista: Renaissance – Etichetta/N. serie: Island Records/Orizzonte – ORL 8304 – Formato: Vinile 12″ – LP – Anno: 1969 (la mia è una ristampa degli anni ’70) – Paese: Italia – Data di acquisto: Appena descritto nel post – Prezzo: Gratis
All’epoca avevo poco più di 10 anni e, al di là della copertina, che trovavo bellissima allora quanto adesso, non avevo mai ascoltato il disco. Quando è iniziato il “periodo della ragione” (se mai è iniziato) ero già passato ai CD quindi questo vinile è stato suonato per la prima volta poco più di un anno fa ed è stato una piacevole scoperta.L’album è del 1969, lo stesso anno di In the Court of the Crimson King (Leggi: l’anno di nascita del Progressive) ed è stato uno dei primi ad iniziare il filone progressive che si ispirava non al Blues o al Jazz ma alla musica Classica. Davvero niente male.
Nel frattempo ho acquistato anche un’altro album dei Renaissance (Prologue) che non delude affatto le attese di cui si parla in questo post.
Titolo: Blues Giant – Artista: John Mayall – Etichetta/N. serie: Decca – 6.28117 – Formato: 2 x Vinile 12″ – LP – Anno: 1970 – Paese: Germania
Doppia compilation tedesca dedicata a John Mayall, chitarrista blues inglese noto per aver fondato i Bluesbreakers ed aver scoperto molti musicisti tra cui Eric Clapton, Jack Bruce, Peter Green (che poi ha fondato i Fleetwood Mac), Mick Taylor (poi passato ai Rolling Stones) e altri.
Le etichette dei dischi:
Titolo: So far so good – Artista: John Martyn – Etichetta/N. serie: Island Records – ILPS 19484 – Formato: Vinile 12″ – LP – Anno: 1977 – Paese: Italia
Altra scoperta recente, John Martyn è stato amico e collega di Nick Drake con cui condivideva lo stile musicale. Il disco è una raccolta quasi prevalentemente acustica che, non so per quale strano motivo, è stata stampata solo in Inghilterra ed in Italia. Comunque un bel disco.
Titolo: The Legends of Rock
Artista: John Mayall
Etichetta/N. serie: Decca – 6.28502 DP
Formato: 2 x Vinile 12″ – LP
Anno: 1980
Paese: Germania
Altra compilation tedesca di John Mayall. Su ogni lato John suona con uno dei suoi pupilli (Eric Clapton, Peter Green e Mick Taylor). Oltre ad essere estremamente difficile da fotografare (il nero lucido riflette un casino), in realtà la grafica non è un granché. All’interno c’è un lunghissimo articolo in tedesco ed una foto non proprio d’autore.
——————————————————
Titolo: The Best Of Our Love
Artista: Barry White, Love Unlimited, The Love Unlimited Orchestra
Etichetta/N. serie: CBS – ULG 88520
Formato: 2 x Vinile 12″ – LP
Anno: 1980
Paese: Olanda
Doppia compilation del cicciottone tutto disco e voce da basso profondo assieme alla sua Love Unlimited Orchestra. Il disco più rovinato tra quelli sopravvissuti all’allagamento.
——————————————————
Gli ultimi due album sono del cantante Country Texano Willie Nelson
Titolo: Stardust
Artista: Willie Nelson
Etichetta/N. serie: CBS – CBS 01-82710
Formato: Vinile 12″ – LP
Anno: 1978
Paese: Olanda
Per quanto a me la musica country faccia abbastanza cagare, in questo album Willie Nelson si cimenta con una serie di cover Jazz degli anni ’30 riadattate a modo suo ed il risultato è abbastanza gradevole. Non avrei mai immaginato, però, che la rivista Rolling Stone nella classifica dei 500 più grandi album di sempre lo mette al 260° posto, prima di Aqualung dei Jethro Tull, di Brothers in Arms dei Dire Straits, di Berlin di Lou Reed, di LA Woman dei Doors e di Getz/Gilberto tanto per capirci.
Titolo: Take it to the Limit
Artista: Willie Nelson with Waylon Jennings
Etichetta/N. serie: CBS – 25351
Formato: Vinile 12″ – LP
Anno: 1983
Paese: Olanda
L’altro album di Willie Nelson che riprende il titolo di una famosa canzone degli Eagles. Anche in questo caso non c’è nulla di più lontano dai miei gusti musicali abituali eppure la copertina ha un qualche cosa che mi attira.
__________________
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
Any cookies that may not be particularly necessary for the website to function and is used specifically to collect user personal data via analytics, ads, other embedded contents are termed as non-necessary cookies. It is mandatory to procure user consent prior to running these cookies on your website.
[…] cercavo gli LP da fotografare per il post sull’Allagamento della Ricordi, mi è capitato fra le mani questo disco che ogni volta mi […]