Tra un giro in fiera in qualità di Testimone di Nozze di Mio Fratello (mica cavoli!) ed un altro alla ricerca di qualche pezzo mancante per la nostra nuova casa (mica cavoli anche questo!), domenica scorsa sono riuscito comunque a ritagliarmi un po’ di tempo per fare un salto al Music Day, la Giornata del Collezionismo Musicale di cui avevo già parlato nella pagina Facebook del blog.
Nonostante fosse alla sua sesta edizione, ho scoperto questa manifestazione solo qualche settimana fa per cui era la prima volta che andavo.
L’ingresso mi ha lasciato un po’ interdetto dato che la fiera vinile Roma si svolgeva nei sotterranei di un hotel in una zona di uffici a due passi dall’Eur, che la domenica è deserta.
Appena entrato, però, l’aria che si respirava era inequivocabile ed al vinilaro romano non poteva che partirgli la sudorazione ascellare incontrollata dall’emozione.
Dentro c’erano infatti le cose fondamentali di cui ha bisogno il cacciatore di vinili per la sua caccia:
1. Montagne di dischi “di catalogo” a prezzi dai 3 ai 5 euro in stato più che accettabile.
E quando parlo di catalogo a 3 o 5 euro parlo tipo di questo:
questo:
oppure questo:
E migliaia di altre cose.
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2. La presenza dei mostri sacri del collezionismo musicale in così grande quantità da farli sembrare una cosa normale.
Vuoi la prima edizione del Salvadanaio del Banco del Mutuo Soccorso in versione mint?
Ahahha qui ne trovi una decina.
La prima edizione di Piper at the Gates of Dawn italiana, quella con Gilmour in copertina?
Ahahah, te la tirano dietro.
E che dire di un bel disco di Rino Gaetano o dei primi Litfiba (quelli di Eneide o Yassassin) o un bel campionario di rarità di prog italiano, o un bel bootleg dei Pink o di Jimi Hendrix?
Qui ti ci ricoprono.
E la cosa bella è che i prezzi seguono sì i normali criteri di mercato, ma anche altri criteri tipo: quanto il venditore è affezionato alla sua copia o quanto tu gli sei simpatico (stiamo parlando di passione, non solo di business).
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3. La conferenza con chiacchiera da bar non sul calcio, su Belen o sull’alta finanza (gli argomenti preferiti dei frequentatori di bar), ma filosofiche dissertazioni per esperti di musica psichedelica anni ’60.
Quando ero lì, si parlava della leggenda della morte di Paul McCartney in questi termini:
“Quello che dico io (no?), è che se è vero che Pol è morto ner ’66 e l’hanno sostituito con un poliziotto canadese; e se è vero che’ sto poliziotto canadese ha partecipato ai dischi più importanti daa storia daa musica, ha scritto arcuni tra i pezzi più belli di sempre, è stato un bassista della madonna e ha fatto una carriera solista lunga 40 anni e piena de gloria;
ma allora meno male che Pol quello vero è morto!”
Due minuti ad ascoltarlo ed era già diventato il mio mito!
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L’ultima considerazione è di carattere “sociale”.
Il rischio di eventi come questo è che si possono trasformare facilmente in un raduno di persone fuori dal loro tempo che non vogliono accettare che le cose siano cambiate.
Detta in altre parole, il rischio di questi eventi è quello di dare un’impressione abbastanza squallida.
Beh, tutto questo NON c’era al Music Day!
L’atmosfera era veramente tranquilla, c’era bella gente, qualche soldino girava (il che non guasta) ma non c’era la pesanteria di venditori senza scrupoli che cercano di appiopparti una fregatura per fare due soldi.
Quello che era evidente era soprattutto la passione per la musica e la voglia di condividerla con gli altri.
Ragazzi, mi sa che è proprio vero che il vinile sta tornando veramente di moda!!!
E che la musica ci salverà!!!
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Qualche altra foto della giornata:
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Questo post non sarebbe stato lo stesso se non ci fossero state le fotoreporter del blog che non finirò mai di ringraziare:
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ciao, volevo sapere se al music day era possibile trovare pure vinili di musica elettronica.. grazie!
La fiera era orientata più sul rock-pop anni 60-90. Se per elettronica quindi intendi dischi dance per dj direi sicuramente di no.
Magari però qualcosa tipo Air, Daft Punk o cose di questo tipo c’erano.
Ciao
perfetto garzie mille 🙂
più che dance ero interessato ai vecchi dischi progressive anni 90/primo lustro del 200 o i primi dischi techno, che sono molto difficili da trovare e molto cari… se mi dici che ci sono solo artisti così commerciali allora evito di andarci 🙂
Bah… In realtà non lo so se c’erano i dischi che stai cercando anche perché non sono il mio genere. Certo il “target” di base era un altro. Comunque se ti capita io te lo consiglio comunque di farci un giretto perché era veramente figo 🙂