Grazie alla programmazione dei post (funzione di WordPress gentilmente fattami scoprire da Skylyro) riesco a mantenere aggiornato il blog anche quando sono fuori. Fantastico! Ho il tempo quindi di pubblicare alcuni pezzi nuovi della Saluzzi’s Home Record Collection.
Mentre stavo fotografando l’album omonimo dei Velvet Underground ho notato che l’album ha una copertina interamente in bianco e nero – fronte, retro inclusi i loghi e l’etichetta della casa discografica.
E’ una caratteristica molto più frequente di quanto sembra.
Ho iniziato a cercare nella mia collezione e ne ho trovati tanti, molto diversi fra di loro ma accomunati da un certo fascino: il fascino del bianco e nero.
The Velvet Underground
Dopo aver portato all’estremo il loro lato rock con White Light, White Heat, album rumoroso e pieno di assoli con lo sgarratore da cucina (come direbbe Corrado Guzzanti), in questo disco i Velvet cambiano completamente rotta approfondendo il loro lato più calmo ed intimo.
Non so se è una leggenda metropolitana, ma una volta ho letto da qualche parte che all’aeroporto di Los Angeles (dove i Velvet Underground erano atterrati per andare ai famosi TTG Studios dove avrebbero registrato l’album), qualcuno rubò al gruppo i distorsori e gli altri effetti per chitarra e basso.
Senza la loro strumentazione, Lou Reed e soci decisero di registrare l’album senza effetti. Mai un furto portò tanti benefici. Il suono pulito diventò il nuovo marchio di fabbrica del gruppo ed il disco, a differenza dei precedenti che oggi risultano un po’ datati, suona ancora semplice ma attualissimo.
Candy Says e Pale Blue Eyes sono capolavori indiscussi dei Velvet Underground, mentre Jesus, That’s the Story of my life e perchè no Afterhours sono tra le mie canzoni preferite in assoluto.
Dopo quest’album è stata la volta di Loaded.
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AVVENTURE PER COLLEZIONISTI
Il problema della mia copia è che l’imballaggio non era a prova di bomba (per usare un eufemismo) e le Poste Italiane hanno usato il pacco come oggetto contundente, per cui l’album mi è arrivato con un angolo completamente piegato (si vede anche nella foto). Porco Giuda!
Da un punto di vista collezionistico un disco con un angolo in questo stato perde tutto il suo valore rispetto ad una copia identica ma con la copertina intatta. In questo caso l’ho pagato 20 euro (e comunque mi rode) ma se fosse stato che so un disco di progressive italiano anni 70 da 500 euro le poste avrebbero fatto un danno immane.
Da questa esperienza ho imparato che la spedizione è un punto fondamentale per gli acquisti di dischi online, o comunque a distanza, e da quel momento ho imparato informazioni su come verrà imballato e spedito il disco, almeno per quelli di un certo valore.
Titolo: The Velvet Underground – Artista: The Velvet Underground – Etichetta/N. serie: MGM Records – SE 4617 – Formato: Vinyl, LP, Ristampa Limited Edition, Vinile Blu – Paese: US – Anno: Marzo 1969 (la mia è una ristampa del 2002) – Data di acquisto: 19/10/2011 – Prezzo: € 20,00 – Venditore: Negozio Online Linus Records
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Sting – …Nothing Like The Sun
Dopo l’ottimo esordio solista con Dream of the Blue Turtle, Sting torna nel 1987 con questo …Nothing Like The Sun.
Il disco, oltre ad essere la sintesi di quello che per me è “anni ’80”, è anche l’album con cui Sting è entrato in casa mia grazie ad una cassettina registrata rimediata da mio fratello (i Police arrivarono dopo).
La produzione del disco è stellare. Tra i musicisti che hanno collaborato c’è Gil Evans, l’ex collega Andy Summers, Mark Knopfler ed Eric Clapton (che evidentemente hanno suonato a chitarra spenta dato che in They Dance Alone la chitarra non è udibile all’orecchio umano).
L’album è una testimonianza dei problemi di fruizione della musica nel passaggio tra LP e CD. Uscito nell’87 …Nothing like the sun è stato pensato per il CD in un periodo in cui LP andava ancora per la maggiore. Essendo però troppo lungo per un LP singolo (il disco dura 55 minuti), la casa discografica fu costretta a far uscire un Doppio LP scialacquato con 3 canzoni per lato della durata di meno di 15 minuti a lato.
La rottura di balle di dover continuamente girare lato è, però, compensata dall’edizione veramente di lusso dell’album: la grammatura dei vinili è alta, la confezione è ben fatta con molti dettagli e c’è un inner doppio con splendide foto ed i testi delle canzoni.
Il diario di Sting sull’album:
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L’Autografo
I più attenti avranno notato che l’album è autografato da Sting. Non ho dato molto peso alla cosa perché penso che l’autografo sia un falso. Rispolverando i test da fare per cercare di capire se ci troviamo di fronte ad un autografo vero oppure no (ne avevo parlato qui), direi che questo autografo non ne supera neanche uno.
Il venditore non mi ha saputo dire dove e quando era stato fatto l’autografo.
Alla mia domanda specifica ha risposto così: “Hi, No sorry i dont. It came from a large collection of Signed Memorabillia. Martin”. Dopo aver acquistato l’album sono tornato sul discorso cercando di scucirgli almeno chi glielo avesse dato in modo da poter risalire al venditore originale ma Martin è stato categorico: “Sorry i cant help you there. I’ve had it for many years bought from a collector who im not in touch with anymore”.
Di fronte a risposte del genere anche se l’autografo fosse vero non varrebbe niente.
Osservandolo attentamente poi, altri aspetti mi danno da pensare:
- la firma è quasi perfetta (Sting quindi non avrebbe firmato il disco durante una presentazione, dove deve fare centinaia di autografi in poco tempo che diventano così o, peggio ancora, così, ma avrebbe fatto l’autografo con tutta calma, tipo qui, il che significa molto più raro e più prezioso)
- il colore dell’autografo (dove cavolo si è mai visto un pennarello verde acqua?)
- l’autografo non brilla sotto la luce (come invece fanno le scritte a pennarello su carta patinata – provare per credere)
Sulla copertina sopra la foto, poi, c’è un’impronta digitale dello stesso colore della firma
Tutto questo mi fa pensare che l’autografo è stato fatto con un timbro prefabbricato, una cosa che si usava fino agli anni ’90 per fare autografi falsi in serie.
Al di là di questo, la copia originale dell’album in ottimo stato a 4,75 Pound (circa 7 euro) mi sembrava comunque un affare, quindi l’ho preso lo stesso.
Un ultima cosa, consiglio questo album agli amanti di Gotye per poi chiedergli che cosa ha fatto questa nuova star della musica che Sting non abbia già fatto da vent’anni a questa parte.
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Titolo: … Nothing Like the Sun – Artista: Sting – Etichetta/N. serie: A&M Records – AMA 6402 – Formato: 2 × Vinyl, LP, Album – Paese: UK – Anno: 13 Ottobre 1987 (originale) – Data di acquisto: 16/09/2011 – Prezzo: GBP 4,78 – Venditore: Negozio ebay RETRO MUSIC (UK)
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Paint it Black – Ottimo post di Evil Monkey’s Records sull’estetica del nero nelle copertine degli album con due Gallery di Esempi (pt.1 e pt2)
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Sei un grande! Il tuo stile narrativo è da Pulitzer…
Grazie! quando farò un libro ti metterò nei ringraziamenti 🙂
Fra i “dischi bianchi” posso timidamente suggerire anche “Welcome” di Santana, del 1973? Il mio (se ricordo bene, dovrei rivangare fra i dischi) aveva solo la scritta in rilievo, ma era totalmente bianco (anche se si è velocemente riempito di ditate…). Solo la copertina interna aveva la scritta “Welcome” in oro. Appartiene al periodo mistico/indiano di Santana, e per me allora sedicenne o giù di lì non era stato facile da ascoltare. Ma penso ancora adesso che qualche pezzo (la stessa Welcome, ad esempio) possa superare la barriera del tempo ed essere considerato notevole ancora adesso.