Franco Battiato: i dischi più rari e la discografia in vinile

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Oggi parliamo di Franco Battiato.

A tre anni dalla sua morte è ancora più chiara, qualora già non lo fosse in passato, la statura gigantesca di questo autore e musicista.

Nella sua carriera ha sperimentato di tutto, dalla canzone di protesta al prog, dalla musica sperimentale a quella classica contemporanea. E poi: un periodo pop dove ha scritto alcune tra le canzoni più iconiche della musica italiana, svolte mistiche e teologiche, album acustici dalla bellezza sconcertante, opere liriche, sconfinamenti nella musica elettronica, sinfonica…

A questo va aggiunta la sua opera di pittore, ancora tutta da riscoprire, e quella di talent scout (Alice, Giuni Russo, Osage Tribe, Giusto Pio, Juri Camisasca sono solo alcune delle sue creature).

Ripercorrendo la discografia di Franco Battiato notiamo come questa abbia una coerenza difficilmente riscontrabile in altri musicisti.

In questo articolo ne ripercorriamo i passaggi essenziali con un occhio alle uscite in vinile e ai pezzi più rari della sua discografia.

Anni ’60. I singoli Jolly Hi-fi Records e Philips

Battiato emerge nell’ambiente milanese che ruotava attorno al Derby di Milano. Quello di Dario Fo, Cochi e Renato, Enzo Jannacci e Giorgio Gaber.

E’ proprio grazie a Gaber se viene notato e nel 1967 registra due singoli per la Jolly Hi-Fi Records. Le canzoni sono canzoni di protesta che si inseriscono nel cantautorato dell’epoca.

Collezionismo

I singoli sono La Torre / Le Reazioni e Il Mondo va così / Triste come me. I due singoli sono molto rari e mai ristampati fino al 2022 quanto è uscita una ristampa del secondo. Si vedono poco in giro e vengono venduti tranquillamente tra i 600-800 euro.

Dopo la Jolly, Battiato firma un contratto con la Philips, etichetta discografica con la quale vive una esperienza negativa. Pubblica un singolo (E’ l’amore / Fumo di una sigaretta) che non va molto bene, e si trova ancora oggi a prezzi modici, ne registra un’altro che però non viene distribuito (parliamo di Vento Caldo / Marciapiede, uno dei dischi più ricercati di Battiato ma che in giro non si vede mai. Lo trovi anche nei dischi italiani più rari), e registra anche un intero album che non sarà mai pubblicato. Non sappiamo a che punto della realizzazione il progetto si è arrestato. Le canzoni erano pronte così come la track-list ma ho l’impressione che non sia mai stato stampato neanche in versione acetato-demo.

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Alcune di queste canzoni, assieme ai singoli Philips, vengono pubblicate nel 1982 nella raccolta destinata all’edicola dal titolo Franco Battiato della Armando Curcio Editore. Da un punto di vista collezionistico la raccolta non vale molto, ma da quello musicale ha avuto il merito di rendere disponibili (almeno fino ad allora) canzoni non reperibili altrove.

Anni ’70. I primi album (1972-1973 Bla Bla Records)

Dopo la delusione con la Philips Battiato cambia completamente ambiente e idee. Si avvicina al progressive e alla musica sperimentale e pubblica alcuni album con la piccola etichetta Bla bla (famosa praticamente solo per aver pubblicato i primi album di Battiato e quelli degli Aktuala, un gruppo etnico italiano anni ’70 che ha fatto una grandissima ricerca musicale finita sui suoi tre album tutti da riscoprire).

Il primo è Fetus del 1972, poi Pollution e Sulle corde di Aries del 1973. Questi album si inseriscono nell’ambiente prog sperimentale che in quel periodo impazzava. Battiato inizia con un album progressive acustico/elettronico dove le voci, la chitarra spesso acustica e i rumori registrati si fondono con il VCS3, sintetizzatore portatile di cui Battiato era all’epoca uno dei pochi possessori.

Nei due successivi la costruzione dei brani è sempre più complessa e la forma/canzone lascia spazio a sperimentazioni vocali e parlati, pezzi strumentali e frammenti registrati.

Collezionismo

I primi tre album sono anche i più ricercati dai collezionisti. Fetus in buone condizioni e comprensivo della maschera in cartone di Battiato raggiunge i 400 euro, gli altri si aggirano tra i 2 e i 300 euro.

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La maschera di Battiato contenuta in Fetus che alza il valore dell’album

In quel periodo vengono pubblicati anche due singoli il secondo dei quali (Energia / Una cellula) singolo gatefold con in copertina la stessa foto della maschera, raggiunge quotazioni non indifferenti (100-200 euro).

Gli album bianchi (1974-1978 Bla bla e Dischi Ricordi)

Nel 1974 Battiato pubblica Clic un album che, pur restando nel seminato del genere progressive, se ne allontana sempre di più sconfinando in quello della musica classica. Gli strumenti acustici classici e la musica d’avanguardia sono infatti sempre più presenti. Non è un caso che l’album è dedicato al compositore tedesco Karlheinz Stockhausen, personaggio chiave della musica classica contemporanea della seconda metà del ‘900.

Collezionismo

Il disco ancora oggi ha un suo fascino e la prima stampa raggiunge quotazioni importanti (tra i 100 e i 200 euro).

Se volete collezionarlo fate attenzione: la prima stampa conteneva un inserto in bianco e nero con foto e pensieri di Battiato che deve essere presente. Di Clic esiste poi anche una versione inglese che sul lato B presenta un medley da Sulle corde di Aries dal titolo Revolution in the air.

Il discorso iniziato con Clic continua anche nel successivo M.lle le Gladiator del 1975.

In quel periodo l’etichetta Bla bla inizia una collaborazione con la Dischi Ricordi da cui in breve tempo sarà fagocitata. I tre album successivi (Franco Battiato, Juke Box e l’Egitto prima delle sabbie), pubblicati tra il 1977 e il 1978, usciranno così per l’etichetta Ricordi.

La transizione dal progressive sperimentale alla musica classica contemporanea è ormai conclusa. Questi album abbandonano i suoni elettronici e gli strumenti rock per concentrarsi su quelli classici, in primis il pianoforte, e la musica concreta (fatta di suoni di ambiente registrati).

Per gli amanti del Battiato di Centro di gravità permanente questi sono i dischi più difficili da digerire ma da un punto di vista musicale a 360° gli album bianchi sono tra i più riusciti e riservano a Battiato non solo un posto tra i cantautori di musica popolare ma anche tra i compositori di musica colta del 900. Se è vero che le composizioni classiche e le opere liriche successive (Genesi, Messa Arcaica, Telesio…) saranno criticate dagli addetti ai lavori in quanto troppo “naif”, questi album, di per se più concettuali che tecnici, non sfigurano se accostati ai dischi che i compositori di musica classica contemporanea dell’epoca stavano pubblicando.

La svolta POP: i dischi EMI (1979-1991)

Anticipata da un singolo pubblicato nel 1978 con lo pseudonimo di Astra, che faceva presagire il nuovo corso, nel 1979 Battiato pubblica L’Era del Cinghiale Bianco dando una svolta alla sua produzione. Messosi alle spalle la fase classica e sperimentale, Battiato torna alle canzoni pop. Il passato “colto”, che ritroviamo nella scelta degli strumenti e nei testi, oltre a una certa predisposizione per i ritornelli orecchiabili creano un mix innovativo che in questo album, nel successivo Patriots (1980) e soprattutto ne La Voce del Padrone del 1981 raggiungono livelli di successo insospettabili fino a qualche anno prima.

Chi è che non conosce Centro di Gravità Permanente, Bandiera Bianca, Cuccurucuccù, Up Patriots to Arms, Sentimento Nuevo, Prospettiva Nevski, l’Era del Cinghiale Bianco?

I testi di queste canzoni, collage di citazioni colte a metà tra il nonsense e l’ironico, all’epoca criticati dagli intellettuali, oggi sembrano dei trattati di Tommaso d’Aquino se confrontati con i testi di oggi.

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Collezionismo

Da un punto di vista collezionistico gli album degli anni ’80, veri e propri best seller dell’epoca, non hanno grandi quotazioni. La voce del padrone è stato però recentemente oggetto di una delle più clamorose speculazioni del mercato dei vinili a cui abbiamo assistito.

Alla morte di Battiato (AD 2021), trainato dal fatto che questo è l’album più iconico del cantautore siciliano e da un analfabetismo di ritorno sul mondo del vinile, che ha lasciato pensare che un disco vecchio e molto desiderato potesse valere tanto, i prezzi del vinile de La voce del padrone si sono alzati a dismisura e un album che fino a qualche anno prima trovavi a 5 euro (a me un venditore a cui avevo comprato 15 euro di dischi lo ha regalato) è arrivato prima a 40, poi 60 fino a 100 euro.

Questo valeva anche per le ristampe dell’anno successivo e per copie in cattivo stato di conservazione.

Fortunatamente la cosa non è durata molto e oggi è tornato ai suoi prezzi reali.

Questo episodio dovrebbe far riflettere su come l’istinto, coadiuvato dalla malafede di alcuni venditori, porta a storture del mercato.

In linea di massima può anche valere la pena acquistare una copia di questo album a 50 euro ma deve essere una prima stampa italiana del 1981 in stato di conservazione immacolato. Una copia successiva o scolorita e/o macchiata pagata più di 15-20 euro è pagata troppo. Poi fate voi eh…

Gli anni ’80 continuano con una serie di album (L’Arca di Noé, Orizzonti Perduti, Mondi Lontanissimi) che proseguono sulla stessa falsariga: successi orecchiabili, suoni anni ’80, testi pseudo colti e vendite altissime.

Gli anni ’90

Con Fisiognomica (1988) inizia un nuovo corso. Tornano gli strumenti classici e i testi si fanno più seri e filosofici anche grazie alla collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro che inizia nel 1994 e andrà avanti per quasi 20 anni.

E’ un Battiato più maturo che tra il 1991 e il 1998 sforna album molto “eleganti” e di gran classe: Come un cammello in una grondaia, Caffè de la Paix, L’ombrello e la macchina da cucire (il primo con Sgalambro), l’Imboscata (quello con La Cura) e Gommalacca.

Accanto ai dischi pop il duo Battiato-Sgalambro fa in questo periodo numerose incursioni nella musica colta con l’opera in due atti Gilgamesh (con in copertina un quadro dello stesso Battiato), la Messa Arcaica per soli, coro e orchestra e Unprotected, dove i più grandi successi del decennio precedente vengono riarrangiati per tastiere e orchestra.

Collezionismo

Da un punto di vista collezionistico gli anni ’90 sono un periodo molto proficuo. Tutti gli album sono stati pubblicati anche in vinile ma con tirature basse in quanto erano gli anni in cui il CD ormai aveva preso il sopravvento. Oggi dunque questi album sono molto ricercati e se in buono stato, o meglio ancora sigillati, valgono tra i 100 e i 200 euro.

Il nuovo millennio: da Fleurs a Joe Patti’s Experimental Group

Nel nuovo millennio Battiato torna a toccare tutti i cliché che lo hanno reso famoso con album che non aggiungono molto ma di livello sempre molto alto.

Si va dalla bellissima trilogia di cover acustiche Fleurs dove Battiato riprende mostri sacri della musica italiana e internazionali riproponendoli in una versione quasi sempre più bella dell’originale, ai dischi “standard” Dieci Stratagemmi, Inneres Auge e Apriti Sesamo, alle incursioni nella sperimentazione e alla musica colta (Campi Magnetici e Telesio) fino alla musica elettronica un po’ agé ma sempre valida Joe Patti’s Experimental Group.

Collezionismo

NESSUNO DI QUESTI ALBUM E’ USCITO ORIGINARIAMENTE IN VINILE e le versioni oggi in commercio sono delle ristampe recenti. Questi album non hanno dunque grande valore collezionistico.

Restano però una testimonianza di uno degli artisti più importanti che la musica italiana ha avuto nel suo complesso.

Grazie Maestro!

Collezionare Franco Battiato

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Riepilogando:

  • Il disco più raro di Franco Battiato è il singolo Vento Caldo / Marciapiede che vale più di 1000 euro ma tanto non lo troverete in giro.
  • Seguono i due singoli della Jolly La Torre / Le Reazioni e Il Mondo va così / Triste come me (valore 600-800 euro)
  • Tra gli album i più quotati sono Fetus prima edizione italiana con maschera (valore attorno ai 400) e Clic prima edizione italiana con inserto (valore 300)
  • Interessanti anche gli altri album della Bla Bla (Pollution, Sulle corde di Aries e M.lle Gladiator) e quelli degli anni ’90 (Come un cammello in una grondaia, Caffè de la Paix, L’ombrello e la macchina da cucire, l’Imboscata, Gommalacca, Gilgamesh, la Messa Arcaica e Unprotected). Valore tra i 100 e i 200 euro.

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Un articolo filosofico discografico sul nostro grande Franco
Articolo sui dischi più rari della discografia italiana con il nostro in prima linea
Recensione di Gommalacca scritta dal sottoscritto quando uscì l’album

2 commenti

    • Ciao Fabrizio innanzitutto grazie.
      Non esistono, almeno in Italia, molti collezionisti di CD, questo significa che quasi sempre una ristampa che si trova nei negozi costa di più di una prima stampa originale.
      Cercando in giro ho trovato però comunque qualcosa di interessante tipo “Le Aquile Non Volano A Stormi”, CD promozionale distribuito nel Padiglione Italia durante l’expo del 2005 in Giappone o la versione promo distribuita dalla RAI di Genesi del 1987, che è il primo album di Battiato uscito originariamente anche in CD. Già il successivo Fisiognomica del 1988 si trova in giro a pochi euro. Ciao

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