A distanza di tre anni e mezzo da questo test ho fatto una nuova prova pratica per trovare il sito più conveniente e quello più fornito per l’acquisto di vinili online. La curiosità era quella di vedere se fosse cambiato qualcosa rispetto al 2015. Posso dire subito che qualcosa è cambiato, eccome…
Il rischio che si corre avendo un blog come questo è che per essere attuale alla fine ti ritrovi a parlare di gente che muore o di album che compiono trenta o quarant’anni.
Anche se qualche volta non ne ho potuto fare a meno (tipo qui, qui, qui o qui) è una cosa che cerco di fare il meno possibile, più che altro perché penso che siano due motivi tristi per parlare di musica.
SHRC è un blog che parla della musica degli anni ’60 e ’70 come fosse pittura Rinascimentale o un concerto di Bach. Lo scopo non è (solo) rimpiangere con tristezza periodi giovanili andati (che tra l’altro anagraficamente spesso non ho vissuto), ma celebrare delle indiscusse vette dell’ingegno umano mai più raggiunte prima e dopo.
Detto questo, ho scritto questo post per celebrare il quarantennale di una delle opere più importanti della storia della musica “rock” o “pop” come volete voi.
Forse non è il massimo della coerenza ma questo disco è troppo importante per lasciar passare la cosa così.
Giuro solennemente, però, che è l’ultima volta che parlo di un disco solo perché ricorre il suo anniversario. L’ultima fino alla prossima, naturalmente 🙂
Tra la fine degli anni 70 e gli inizi degli 80 i Police sono stati uno dei gruppi più famosi al mondo e la loro storia è abbastanza conosciuta: i 3 musicisti inglesi (Sting, Andy Summers e Stewart Copeland) hanno fatto successo seguendo la scia del Punk. Poi hanno inventato il “Reggae per bianchi” ed infine si sono lasciati contaminare dalle sonorità New Wave e Pop con cui hanno chiuso prima di smettere di fare album nel 1983.
Chi segue questo blog però sa già che Andy Summers ha una formazione totalmente diversa ed oltre ad aver sostituito Daevid Allen per un breve periodo nei Soft Machine (non so se sono stato chiaro: il chitarrista di Do do do do da da da da ha suonato in pianta stabile con i Soft Machine!), ha suonato diverse volte sia con Ayers che con Wyatt solisti oltre ad aver fatto una jam session con Jimi Hendrix (non so se sono stato chiaro: il chitarrista di Do do do do da da da da ha suonato con Jimi Hendrix!).
Quelli in foto sono i Soft Machine e l’ultimo in basso è Andy Summers. Il giornale da cui è tratto l’articolo è IT (quello dei fondatori dell’UFO Club)
Dato che i membri dei Police me li sono ritrovati casualmente nei contesti più disparati e che di queste collaborazioni difficilmente ne parlano le biografie ufficiali, ho deciso di approfondire la genesi del gruppo e le varie esperienze fatte dai 3 soprattutto tra il ’77 e l’80 e ne sono uscite veramente delle belle.
Prosegue la saga di Canterbury Scene for Dummies, ovvero il tentativo di approcciare il difficile mondo della Scena di Canterbury attraverso album di facile ascolto.
Dopo il post introduttivo e la seconda puntata con l’album legato al mondo di Canterbury più orecchiabile di sempre (Yes we have no Mananas) , oggi facciamo un passetto avanti con un disco ancora molto lontano dalla meta ma che aggiunge un tassello in più al mosaico: Motivation Radio di Steve Hillage.
Torino sta diventando la mia città di adozione.
Fino a qualche anno fa non c’ero mai stato, poi ho sposato una ragazza che viveva ad un paio di ore da lì, mi sono trovato ad andarci spesso per lavoro ed ora un amico di infanzia ci si è trasferito ed ha aperto un negozio per le vie del centro.
Fra tutti i membri dei Pink Floyd, il batterista Nick Mason fu quello che più di tutti restò vicino ai suoi “amici di gioventù” della Scena di Canterbury. Oltre alle collaborazioni come musicista già viste nei precedenti post, Nick diede il suo personale contributo anche come produttore realizzando diversi ottimi dischi di musicisti canterburiani.
In genere il primo approccio con la musica dei gruppi di Canterbury è devastante. La reazione dopo aver ascoltato qualcosa è: “ma come si fa ad ascoltare sta roba!”.
Vogliamo fare una prova?
Anche un fagocitatore navigato di musica Prog che fa ascoltare Ummagumma dei Pink Floyd ai figli piccoli per farli addormentare potrebbe restare spiazzato.
Del resto è quello che è successo anche a me. Intorno ai 18 anni ho acquistato per caso una copia di Third dei Soft Machine ma dopo il primo ascolto l’ho abbandonato catalogando per anni la scena di Canterbury nella sezione: monnezza.
Da poco mi ci sono riavvicinato, incuriosito dalle insistenti critiche positive che lo definiscono come uno dei più importanti movimenti della musica di sempre. E dopo una resistenza iniziale ho iniziato a capirne la logica: