In genere il primo approccio con la musica dei gruppi di Canterbury è devastante. La reazione dopo aver ascoltato qualcosa è: “ma come si fa ad ascoltare sta roba!”.
Vogliamo fare una prova?
Anche un fagocitatore navigato di musica Prog che fa ascoltare Ummagumma dei Pink Floyd ai figli piccoli per farli addormentare potrebbe restare spiazzato.
Del resto è quello che è successo anche a me. Intorno ai 18 anni ho acquistato per caso una copia di Third dei Soft Machine ma dopo il primo ascolto l’ho abbandonato catalogando per anni la scena di Canterbury nella sezione: monnezza.
Da poco mi ci sono riavvicinato, incuriosito dalle insistenti critiche positive che lo definiscono come uno dei più importanti movimenti della musica di sempre. E dopo una resistenza iniziale ho iniziato a capirne la logica:
Vi ho incuriosito?
Per quei pochi che hanno risposto sì ho deciso di fare la Canterbury Scene for Dummies, ovvero una specie di percorso di iniziazione alla scena di Canterbury suddiviso in diversi post. Partendo da dischi di più facile ascolto faremo un viaggio che ci aiuta a capire e conoscere questa derivazione della musica progressive unanimamente considerata come una delle più importanti di sempre.
Di storie della scena di Canterbury ce ne sono diverse su internet (Questa o questa o questa in italiano, tanto per fare degli esempi) ed è inutile ripeterla qui. In questo primo post volevo solo fissare alcuni concetti per delineare il contesto.
La scena di Canterbury ruota attorno a quattro famiglie principali. Preferisco il termine “famiglia” a quello di “gruppo” perchè in ognuna di esse i membri vanno e vengono e danno vita a numerosi sottogruppi altrettanto importanti.
Il gruppo emblema della scena di Canterbury e forse il più importante. Iniziano con un Jazz-rock di tipo dadaista o meglio patafisico con parti cantate per diventare nel tempo sempre più un gruppo jazz classico solo strumentale.
Rientrano in questa famiglia il primo Daevid Allen, Kevin Ayers, Robert Wyatt, Mike Ratledge, Hugh Hopper, Elton Dean ed altre decine di musicisti ed i sotto-gruppi Matching Mole, Soft Heap, Polysoft, Soft Machine Legacy…
I dischi di cui si parla nel blog (clicca sull’immagine per andare al post):
Gli album:
I Soft Machine sono i protagonisti di alcune “saghe” a loro dedicate come quella dei rapporti fra Scena di Canterbury e Pink Floyd, oppure quella del Tour negli USA del 1968 fatto dai Soft Machine e la Jimi Hendrix Experience, o i Rapporti fra Soft Machine e la Patafisica.
Questo sito, inoltre, è stato uno dei primi a dare la notizia della scomparsa di Kevin Ayers.
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Altra vera e propria dinastia fondata da Daevid Allen una volta uscito dai Soft Machine che brillerà di vita propria per decenni. Rispetto ai Soft Machine i Gong sono più legati alla psichedelia ed al progressive, per questo uno dei miei preferiti.
In questa famiglia rientrano Gilli Smith, Steve Hillage, Pierre Moerlen, Mike Howlett, Tim Blake, Didier Malherbe ed un’infinità di sottogruppi: Paragong, Planet Gong, Pierre Moerlen’s Gong, New Yourk Gong, Gongmaison, Mother Gong, Gongzilla….
Gli album:
Dei Gong si parla anche per le sue collaborazioni con i Police.
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Altro gruppo della scena di Canterbury creato dai fratelli Sinclair (Dave e Richard), Pye Hastings e Richard Coughlan. Forse il più orecchiabile tra tutti.
Gli album:
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La famiglia di Dave Stewart che, partendo dagli Uriel assieme a Steve Hillage e passando per gli Egg, arriva agli Hatfield and the North ed i National Health. La famiglia fonde i membri e gli stili dei Soft Machine e dei Caravan creando una via di mezzo niente male.
A questi vanno aggiunti i Nucleus di Ian Carr (che confluiranno in parte nei Soft Machine) ed il caso isolato dei genovesi Picchio dal Pozzo.
Come detto, la scena di Canterbury è costituita da continui cambiamenti degli organici: membri che fondano un gruppo, poi ne escono, poi rientrano ma nel frattempo collaborano con altri, un continuo movimento.
Questo continuo passaggio di musicisti da una band all’altra ed il continuo nascere di nuovi gruppi collaterali implicano che:
– quando ascoltiamo un disco di una delle 4 famiglie dobbiamo sapere in quale periodo è registrato e da chi è suonato per capirci qualcosa (possiamo trovare cose completamente diverse uscite con lo stesso nome – o con nomi simili).
– grazie alla loro creatività ed all’importanza dell’improvvisazione in questa musica, esistono un numero infinito di pubblicazioni: Album in studio, live ufficiali o meno, outakes e demos, “cassettine” (come i GAS TAPES). La discografia del sito Calyx (l’enciclopedia della musica di Canterbury) recensisce più di 500 album.
Le altre puntate:
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