Rock e bambini – Dall’Altra Sponda

Isola Bella Progressive Italiano

Uno dei motivi per cui in questo periodo non scrivo quasi più sul blog è perché sono diventato papà.
Il problema non è soltanto che non ho il tempo materiale per dedicarmi alla musica e alla scrittura, il problema è che quando passi “dall’altra sponda” il tuo punto di vista immediatamente cambia.
E se prima ero un ragazzo dallo stomaco di ferro che non si scandalizzava di nulla, improvvisamente ho iniziato a vedere le cose con gli occhi della chioccia che deve salvaguardare i propri pulcini.

E da questa prospettiva la musica presenta più di un problemino.

Quando sei papà è più difficile ascoltare musica che parla di dosi di eroina di prima mattina o di gente che fa pompini per strada.
Diventa leggermente più indigesto ascoltare canzoni in cui qualcuno vuole uccidere suo padre e farsi sua madre, che ha simpatie per il diavolo e che vuole fare sesso 10 volte al giorno.
Associare questo mondo a una piccola creaturina sorridente fa venire i brividi sulla schiena.

In breve la mia è diventata un’ossessione. Ascoltando musica facevo caso solo a queste cose, anzi mi ero messo in testa che la musica rock fosse nata solo come un elogio al male.

Ancora più che il poco tempo a disposizione, quindi, questa è stata la vera ragione che mi ha tenuto lontano dal blog e dai dischi in vinile.


A rifletterci bene…

George brassens friedrich Nietzsche rock e bambini
Il cantante franco-lucano diffida del tedesco coi baffoni

Come succede sempre ai nostri giorni, però, anche le convinzioni più radicate dopo qualche mese di bombardamento di Facebook & co perdono senso e un bel giorno ti ritrovi a chiederti, come facevano un cantante franco-lucano e uno genovese 50 anni fa, se valga la pena morire per delle idee.

Anche perché all’improvviso sono riaffiorati migliaia di momenti indimenticabili trascorsi grazie alla musica:
Pomeriggi passati a suonare continuamente sempre lo stesso assolo di Django Reinhardt, brani sparati a cannone durante viaggi in macchina, serate con gli amici, una chitarra (e un’altra cosa), dischi che conoscevo nei minimi dettagli ascoltati davanti allo stereo in attesa di quel passaggio di basso o di batteria che ti fa vibrare le corde della mente…

Devo così tanto alla musica che non posso considerarla negativa.

E ragionando sotto questa nuova luce, ho capito di aver quasi sempre preferito chi ha usato la musica in “senso positivo” piuttosto che per lanciare messaggi di distruzione.
Anzi questa spesso è stata la ragione per distinguere tra musica buona e cattiva, apollinea o dionisiaca, (come diceva un tedesco con i baffoni di qualche tempo fa).

I Pink Floyd, i Dire Straits, Battiato, Mike Oldfield, i Gong, Kevin Ayers, i Mano Negra…

Passerei ore ad ascoltare i loro dischi…

Peccato che oggi il tempo che ho a disposizione per la cultura lo passo guardando Masha e Orso o, al massimo, ascoltando Sofia di Alvaro Soler, la canzone più amata da una bambina di due anni.

Masha e orso rock e bambini

Sottotitoli e spigolature:

Chiaramente il cantante Franco-Lucano della foto è George Brassens (la mamma era originaria di Marsico Nuovo in provincia di Potenza) autore della bellissima canzone “Mourir pour des idées” tradotta pedissequamente ma, come sempre, in grande stile dal nostro Fabrizio De André (il genovese nel post).

Il brano di Brassens era una risposta alle polemiche suscitate da un altro suo brano dal titolo “Les deux oncles“, i due zii, in cui raccontava di uno zio filo-americano e uno filo-tedesco morti in guerra per difendere i loro ideali, ideali che a distanza di venti anni (la canzone è del 1964) non interessavano più a nessuno. La morale è che “è da pazzi perdere la vita per delle idee“.

Il brano suscitò fiumi di polemiche e fu così che a chi lo tacciava di qualunquismo e di essere poco attivo socialmente, lo chansonnier dedicò questa Morire per delle Idee in cui aggiustava un po’ il tiro… “Morire per delle idee? va bè, ma di morte lenta però…” Un grande.

Il tedesco con i baffoni è altrettanto chiaramente Friedrich Nietzsche autore tra le altre cose del libro Nascita della Tragedia dove, analizzando l’arte e la società greca, teorizza due forze contrapposte che la governano, una Apollinea che è il simbolo del lato solare, rilassante e armonico del mondo e l’altra Dionisiaca che rappresenta invece la parte oscura e orgiastica, quella parte che nella musica rock è incarnata da gruppi che seminano distruzioni e morte e che mai ti farà ascoltare tuo papà.

Stai tranquilla…

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5 commenti

  1. Oltre ad essere un ottimo blogger sei anche un fantastico Papà!la tua passione per la musica rende questo spazio online un sacco figo!
    Mi rendi ancora una volta Orgogliosa di te!

  2. Ti capisco in pieno essendo diventato papà da due anni di questa parte, ed essendo la musica parte integrante della mia vita volevo lo fosse anche per mio figlio,così l’ho abituato alla musica (quella buona) fin dal pancione adagiandoci su delle cuffie. Risultato: ora ha già i suoi preferiti (Sting e i Coldplay), impazzisce davanti alla TV mimando la batteria coi Police, guarda in loop i concerti di Michael Jackson e gli brillano gli occhi davanti al giradischi, tanto in mezzo alla collezione spulcia e tira fuori sempre lo stesso LP: Dark Side Of The Moon, rigorosamente dal lato di “Money”!

    • Non so se con “money” vuole mandarti un messaggio (neanche troppo) subliminale… Resta che hai fatto un buon lavoro di papà :). Ciao

  3. Sottoscrivo in toto quello che hai cercato di comunicare con questo post. Anch’io sono diventatato papà da ormai 3 mesi e ho sempre distinto la musica dai messaggi positivi (Dire Straits, Sting e Police, Pink Floyd, Simon & Garfunkel, Bruce Springsteen, Bon Jovi…ect e tantissimo Jazz e musica sinfonica vedi “Pierino e il lupo” di Prokoviev). Già da prima io e mia moglie ascoltavamo musica mentre il bimbo se ne stava tranquillo nel pancione. Anche dopo la nascita non abbiamo mai smesso di ascoltare musica, al mattino e alla sera.
    Penso che piuttosto di “saturare” il cervello con ipad, smartphone e tv da spazzatura sia di gran lunga più salutare e culturalmente valido ascoltare buona musica (quella di oggi è, a detta anche di tanti giovanissimi, non ai livelli della musica dei decenni passati) magari leggendo anche un buon libro.
    Anche la ricerca e la passione dei vinili per me deve continuare. E’ anche un modo per visitare città nuove e riscoprirne angoli e viette nuove. Non abbandonare questa ricerca che per quanto mi riguarda è estremamente rilassante e soddisfacente.
    Io tra lavoro e altri impegni vari appena ho un pò di tempo lo dedico alla musica, la nostra oasi felice. Meglio ancora se condivisa con chi hai di più caro.
    Ti consiglio di non smettere di inseguire le tue passioni ma anzi di farle crescere e farle conoscere anche ad altri!! Ps: ho da poco fatto il cambio dell’amplificatore…gran bella scoperta il Proton!
    Ciao e complimenti ancora per questo blog!

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