Pink Floyd e la Scena di Canterbury in Studio

Dopo il primo post dedicato al Glissando dei Gong ed una divagazione sull’Ufo Club, questo post prosegue la saga delle connessioni tra i Pink Floyd e i membri dei Soft Machine parlando di album in studio.

La collaborazione tra i musicisti di queste due band, infatti, ha dato origine, o almeno un “tocco di leggenda”, a tre album fondamentali.

The Madcap Laughs di Syd Barrett

Syd Barrett, Solo Album, Pink Floyd, Soft Machine

3 maggio 1969 – Dopo quasi un anno dall’inizio delle registrazioni più travagliate della storia della musica, il produttore Malcom Jones si trova alle prese con un Syd Barrett affatto collaborativo che si cimenta nella registrazione svogliata del suo primo album solista. Dopo averle provate tutte, quel giorno l’ex leadre dei Pink Floyd chiamerà i vecchi amici dei Soft Machine (Robert Wyatt alla batteria – Mike Ratledge alle tastiere e Hugh Hopper al basso) con la speranza di riuscire a concludere qualcosa.

La cosa non fu affatto facile. Robert Wyatt racconterà più tardi un aneddoto sulla registrazione: “quando qualcuno gli chiedeva ‘Syd in che tonalità è questo pezzo?’ lui rispondeva cose tipo ‘Yeah’ o ‘It’s funny’…”

L’unica soluzione era far suonare Syd da solo con la chitarra e poi sovraincidere gli altri strumenti. Nonostante le difficoltà, quel giorno riuscirono comunque a registrare 3 pezzi: “Love you” e “It’s No Good Tryng” che finirono sull’album ed una versione di Octopus che fu inserita con il titolo di “Clowns and Jugglers” nell’album “postumo” OPEL del 1988.

Per la cronaca, le sessions di Barrett continuarono infruttuosamente per un mese con l’avvicendarsi di vari musicisti, fra cui i Pink Floyd, sino a quando, dopo aver ricevuto un ultimatum dalla EMI, Syd pregò Gilmour di dargli una mano ed in un giorno (il 26 giugno del 1969) riuscirono a registrare un’intera facciata dell’album. L’album uscì nei negozi di dischi il 3 gennaio 1970.

La mia versione è una ristampa 180 grammi del 2011 realizzata dall’etichetta spagnola Vinilisssimo (con tre “s”):

Titolo: The Madcap Laughs – Artista: Syd Barrett – Etichetta/N. serie: Vinilisssimo – MR-SSS 504 – Formato: Vinyl, LP, Reissue, Gatefold – Paese: Espana – Anno: 1970 (ristampa del 2011) – Data di acquisto: 16/05/2012 – Prezzo: € 20,00 – Venditore: Discoteca Laziale (negozio di Roma)


Religious Experience (Joy of a Toy)

Kevin Ayers, Syd Barrett, Pink Floyd, Soft Machine

Lasciati i Soft Machine dopo la registrazione del loro primo album ed un estenuante tour in giro per gli Stati Uniti assieme alla Jimi Hendrix Experience, Kevin Ayers, altro pilastro della Scena di Canterbury, iniziò a lavorare al suo primo album da solista “Joy of a Toy” assieme ai suoi ex compagni dei Soft.

Dalle note dell’edizione remastrizzata del cd: “Avido appassionato di Syd Barrett, il genio ribelle ex-Pink Floyd, Ayers sentiva che il contributo di Syd avrebbe potuto migliorare la sua ultima composizione. Sulla strada per gli Abbey Road Studios, Kevin chiamò l’appartamento di Barrett per richiedere la sua presenza durante la sessione di registrazione. E così è stato. Il 9 novembre 1969 Kevin Ayers e Syd Barrett hanno lavorato sulla prima versione di “Religious Experience”. Durante la stessa giornata, avevano partecipato alle sessions Richard Coughlan e Richard Sinclair del gruppo canterburiano Caravan. Dopo alcune considerazioni si è ritenuto che la chitarra psichedelica di Syd Barrett era troppo poco commerciale e la canzone troppo lunga; il brano è stato così registrato di nuovo”. 

Per anni, dunque, la versione “perduta” di Religious Experience, l’unico brano suonato da Syd Barrett al di fuori dei Pink Floyd e dei suoi album solisti, è stato il brano di punta di bootleg di bassa qualità fino alla pubblicazione ufficiale come Bonus Track nella edizione remasterizzata di Joy of a Toy del 2003.

L’assurdità di questa ristampa, indicativa dell’uomo moderno e del suo modo di lavorare, è che la versione con Barrett non è quella della traccia 11, come riportato nelle note, ma quella della traccia 14. [Di questa sessione e delle sue contraddizioni, se ne parla approfonditamente in questo post

Joy of a Toy - Inside, Kevin Ayers

I due provarono di nuovo a fare qualcosa insieme qualche mese dopo al Pik Nik Festival, festival di musica progressive organizzato dalla radio olandese VPRO. Il 30 luglio del 1970 fu pubblicizzata la presenza di Syd Barrett in concerto assieme a Kevin Ayers and the Whole World. Anche in quel caso, però, la collaborazione non andò a buon fine. Con grande delusione generale, infatti, Barrett non si presentò sul palco.

Ayers tornerà su Syd Barrett qualche anno dopo dedicandogli la canzone “Oh! Wot a Dream” uscita come singolo nel novembre 1972 e poi inserita nel disco Bananamour del 1973; una canzone, come dice Ayers stesso, volutamente “barrettiana”.

Kevin Ayers, Syd Barrett, Oh Wot a Dream
Dedica di Ayers a Syd Barrett nel libretto dell’edizione remasterizzata di Bananamour

Di quel periodo ho trovato anche una breve intervista a Kevin Ayers fattagli da “Terrapin”, fanzine della “Syd Barrett Appreciation Society” (n. 4 del marzo 1973):

Syd Barrett Fanzine March 1973 Kevin Ayers interview
Syd Barrett Fanzine March 1973, Kevin Ayers, Soft Machine, Pink Floyd

Nick Mason’s Fictitious Sports

Nick Mason, Robert Wyatt, Pink Floyd, Soft Machine

L’ultima collaborazione in studio tra il mondo dei Pink Floyd e quello dei Soft Machine è questo album, sicuramente meno conosciuto degli altri ma non meno riuscito.

Dopo la registrazione di The Wall, il rapporto all’interno dei Pink Floyd si stava sgretolando a causa degli attriti interni. Spontaneamente, dunque, i quattro si presero una pausa rigenerativa.

Nick Mason pensò di passare il tempo dedicandosi al suo primo progetto da solista registrando questo Fictitious Sports. I più maligni in realtà pensano che l’attribuzione a Mason dell’album è stata più una trovata commerciale che altro dato che tutti i brani sono firmati da Carla Bley, pianista vicina all’ambiente di Canterbury.

Nick Mason Saluzzi's Home Record Collection, Pink Floyd, Soft Machine

Ad eccezione della prima canzone, l’album è cantato interamente da Robert Wyatt che in questo modo ha voluto ringraziare Mason delle attenzioni a lui rivolte nei suoi momenti i difficoltà (se ne parla anche qui).

Ne esce un disco ascrivibile più al filone canterburiano che a quello dei Floyd, cosa che ha portato a numerose critiche da chi si aspettava uno spin-off di The Wall, ma in realtà molto ben fatto ed originale. I tempi irregolari e gli accordi atonali tipici del “jazz di Canterbury” sono mitigati dalla batteria blues in 4/4 di Mason che rende l’album di facile ascolto. Fictitious Sports può essere un buon punto di partenza per chi vuole conoscere la musica di Canterbury.

La mia copia dell’album:

Titolo: Nick Mason’s Fictitious Sports – Artista: Nick Mason – -Etichetta/N. serie: Harvest – EMI Electrola – 1C 064-64 216 – Formato: Vinyl, LP – Paese: Germany – Anno: 1981 (originale) – Data di acquisto: 11/06/2012 – Prezzo: € 13,99 – Venditore: Privato di Vienna tramite Ebay


In realtà ci sarebbero altre due collaborazioni discografiche tra i Pink Floyd e la scena di Canterbury.

Una ancora, tra Wyatt e Mason, che suonarono live nel 1974 al Drury Lane di cui se ne parlerà nel prossimo (triste, purtroppo) capitolo e l’altra, più recente,  tra David Gilmour e Robert Wyatt di cui se ne parla nel post dedicato alle collaborazioni degli anni 2000.


Qualche link:


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